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Quanto è brutta Napoli
di Vincenzo Cicala
Napoli, per i derelitti invalidi, è decisamente e severamente Off Limits.

Puoi avere affissi al vetro ed in bella mostra quanti simboli di invalidità vuoi con timbro del comune e firma dell’addetto.
Puoi, prima di avanzare nei sacri e fragili luoghi, aver contattato quanti severi vigili urbani vuoi, puoi, dopo aver dimostrato le tue invalidità, avere ottenuto un passaggio rapido e senza sosta, non te la scansi ed arrivi ad un pagamento tale che riusciresti da solo a riparare tutti i deboli ed insidiosi difetti del lastricato.

Zona a Transito Limitato significa che di lì ci passi ma avrai una salata multa da pagare subito.

In effetti puoi camminare anche a piedi, finora nelle ZTL puoi camminare a piedi.

Sono fatti tuoi perché da sopra e con effetto dirompente ti cade sul cranio l’artistico decomposto, solo in parte polverizzato e ci vai a sbattere con la testa in una condizione riservata di sonno da cui ti svegli davanti al Padre Eterno che ti accoglie.

Avrebbero certamente dovuto provvedere ma erano occupati a realizzare effetti speciali e dirompenti sul lungomare, sul sottoterra con residui antichissimi lungo la marina dove transiterà una metropolitana che non potrà fermarsi a godere né i residuati storici né le bellezze naturali.

I progettisti sono sempre stranieri e non possono mica lasciare che le bellezze della città esprimano il proprio ed originario significato. Devono esprimere qualcosa di nuovo, di loro, di originale.

Non si è mai capito perché l’utilizzo delle contrade e delle campagne cittadine può servire a soddisfare astrusi e repellenti propositi di ambiziosi e degustati personaggi, simboli del potere, oppure di attivi ed efficienti speculatori.

I bisogni del popolo, quello spicciolo, quello modesto, quello che abita le antiche dimore e non  è transitato nella città da luoghi astrusi, vicini o lontani, quei bisogni là non vengono mai remunerati di ascolto.

Finora, per la verità, non è mai capitato che un sindaco, di quelli trentennalmente recenti sia mai riuscito a far carriera badando alla città, almeno adeguandosi alle necessità dei bisogni essenziali.

Per esempio non far cadere gli alberi sulle teste delle persone oppure bellissime e significative sculture distaccatesi d’improvviso dal proprio sostegno per ricadere sulla testa del giovane studente - attesa per il risveglio, speranza ed abbandono in Dio.

Per esempio improvvise voragini anche in luoghi pregiati appesi alla collina del Vomero.

E le strade? Servono solo per le multe?

Per non ritornare alle scuole ed all’assistenza degli infermi ed anche di quelli malauguratamente a corto di cibo di forze e di letto.

La storia bella e civile è sempre la stessa ed è contraria ad ogni padrone.

“Il luogo dove abiti è tuo ed è mio” cioè bisogna che esso sia adattato alle esigenze mie e tue e, per dire la verità, anche sue nel senso che deve essere tenuto con una manutenzione accurata.

“La città che è tua è anche mia”. Per questo quello che si fa è chiesto e giudicato dai cittadini perché la comunità sia solidale, onesta e trasparente.

E chi bada ai propri interessi e non a quelli dei cittadini sia violentemente defenestrato.


"Dovrebbero vergognarsi

dei loro atti abominevoli,

ma non si vergognano affatto,

non sanno neppure arrossire.


Per questo cadranno

con le altre vittime,

nell'ora del castigo

saranno prostrati"


dice il Signore.

19/7/2014
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