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Cronaca
Gudmorning London
Parte 36: Dal sole d’inverno ai venti centimetri di neve
di Laura Bonetti
Il ritorno a Londra e’ stato piu’ tragico del previsto, soprattutto dopo aver ingurgitato i chili di insalata di rinforzo, pizza di scarole, ogni genere di crostaceo e di pesce in generale-fritto, grigliato, al forno e al sale- panettone, pandoro, struffoli, cassatine, insalata russa, pizzette, calzoncelli, frutta secca, broccoli, tartine e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

La malinconia diminuisce se si riesce ad importare in terra straniera mozzarella, salumi e altri formaggi, insieme a tutta la cioccolata e ai vari dolciumi contenuti nella classica “calza”, per la quale si deve trovare un posto in valigia anche se quest’ultima rischia di esplodere. Questa rappresenta una delle piccole cose che accomuna noi, napoletani emigranti, che poi come diceva il grande Massimo Troisi nel classico Ricomincio da Tre: “Emigrante? Ma come è possibile..o’ napulitano nun po’ viaggià po’ solo emigrà?!?”.

Quello che pero’ e’ stato piu’ difficile da digerire e’ la differenza di temperatura tra Napoli e Londra. Passare dai venti- ventidue gradi ai meno 5 ha fatto pensare a molti passeggeri dell’aereo di essere saliti sull’aereo sbagliato e di essere arrivati in Siberia. Col passare dei giorni le condizioni climatiche non sono migliorate, anzi, la neve e’ arrivata Londra con maggiore impetuosita’ del previsto, costringendo molti londinesi a casa.

I trasporti ne hanno sofferto enormente e le vendite di guanti, cappelli e sciarpe e abbigliamento da neve sono salite alle stelle. Ambientarsi non e’ facilissimo ma sono proprio questi i momenti in cui bisogna farsi piu’ forza e ricordarsi che” We didn’t come here for the weather…” pero’ evviva il sole, la pizza e il mandolino e di corsa a prenotare il prossimo viaggio per Napoli!

Colonna Sonora:  Michael Buble’, “Let it snow”

11/1/2010
  
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