Calcio
Torna alla ricerca
Appuntamento rimandato
di Lorenzo Valletta
È utile questo pareggio ai fini della lotta per il quarto posto? Un punto guadagnato o due persi, che si andranno a sommare sulla strada già lastricata da occasioni sprecate?

Un Napoli dai due volti: ordinato, in pressione alta, gestione ottimale della manovra, nel primo tempo; completamente snaturato, nel secondo. Chiudersi in difesa contro una squadra fisicamente superiore e dotata di giocatori dai piedi educati, equivale a un suicidio.

L’approccio remissivo con cui il Napoli ha iniziato la seconda parte della gara è stata una scelta dettata dal tecnico azzurro oppure i calciatori partenopei hanno voluto rifiatare? Purtroppo sono domande che si aggiungono alle tante destinate a restare inevase da quando è calato il silenzio-stampa.

Cambi errati
Una cosa è certa: sostituire - piuttosto che affiancare - Mertens con Osimhen, esponendo il folletto belga alla fisicità dei tre difensori nerazzurri, ha significato la prima scelta irrazionale.
Se, poi, Dries viene privato di tutti i rifornimenti targati Zielinski, Fabian e Politano - ovvero, i tre migliori sul pitch del Maradona - sostituiti da Bakayoko, Hysaj ed Elmas, ecco che la mossa, da irrazionale è divenuta insana. Tanto più che ai primi due vanno ascritti compiti difensivi e il solo Elmas veniva chiamato ad un improbabile miracolo da realizzare in appena 300 secondi. Né è bastato posizionare Di Lorenzo, esterno alto.

Avvicendamenti che hanno costretto gli azzurri a prestare il fianco agli attacchi feroci dell’Inter che, nei minuti di recupero, ha, addirittura, sfiorato il bottino pieno, facendo rivivere al Napoli - e ai suoi tifosi - i fantasmi di un altro match contraddistinto da cambi avventati: quello col Sassuolo segnato dal duplice “capolavoro” sull’asse Bakayoko-Manolas. Eppure è proprio il greco, stavolta, a rammentarci il motivo per cui è stato acquistato.

Le statistiche
12 tiri totali del Napoli, 10 per L’Inter; in porta, 1 a 2; 0,58 contro 1,02, il confronto negli expected gol (xg); 57% a 43%, il dato sul possesso palla; 93 a 88, la precisione nei passaggi.

I numeri tra tiri in porta e xg non fanno altro che confermare come la partita, dal punto di vista tattico, sia stata un po’ bloccata.

Sulla base dei profili xg, l’autogol interista innescato da capitan Insigne, al 35’, non viene calcolato, poiché il suo valore è pari a zero. Oltre a questo episodio fortuito, una sola occasione ha impensierito la porta dell’estremo difensore Samir Handanovic: il tiro di Politano, al minuto 79. Naturalmente, per la difficoltà del contesto in cui l’esterno romano è arrivato a concludere, il suo profilo xg è di 0,10.

Sul fronte nerazzurro, la rete di Eriksen registra un expected gol di 0,03: giusto per dare merito all’elevato coefficiente di difficoltà della conclusione del danese, appena 3 volte su 100 un giocatore segna in quella determinata circostanza.

Il duplice approccio dei partenopei si evince pure osservando il baricentro: offensivo nel primo, arretrato nel secondo. Nei 45 minuti iniziali, si posiziona a 51,81 metri dalla sua linea di fondo. L’Inter, infatti, non ha mai preso il controllo della gara.

Nella seconda frazione di gioco, il baricentro indietreggia di 4 metri, consentendo, così, alla formazione di Conte, di ridurre i partenopei nella propria metà campo e di guadagnarsi il cross da cui è scaturito il bolide che è costato il pari e il mancato provvisorio aggancio alla Juve sconfitta a Bergamo.
20/4/2021
RICERCA ARTICOLI