Calcio
Torna alla ricerca
Bakayoko scongela il Napoli
di Mimmo Carratelli
(da: Roma dell'11.01.2021)
Meret impedisce quattro volte all’Udinese di andare sul 2-1 e Bakayoko completa l’opera conquistando il 2-1 per il Napoli nelle ultime giocate del match.

Il Napoli più scombinato della stagione rapina a Udine una vittoria essenziale nel suo momento di grigiore assoluto. In un pomeriggio di freddo intenso alla Dacia Arena di Udine (termometro a zero gradi), Bakayoko scongela il Napoli e la partita. Gran merito dell’ivoriano che, con Meret, è stato il miglior giocatore azzurro, un gradino sopra Lozano e Insigne.

Contro l’Udinese (3-5-1-1) era una partita difficile, ma è stato il Napoli, ormai privo delle sue antiche virtù, a renderla difficilissima. Due centravanti immobili (prima Petagna, poi Llorente dal 67’), in crisi il gioco sulle fasce dove le sovrapposizioni di Di Lorenzo su Lozano e di Hysaj su Insigne sono risultate mediocri.

Nel primo tempo, il Napoli è stato zoppo a sinistra con un Hysaj impresentabile e zoppo in difesa dove Rrahmani, alla prima vera partita dopo una lunga assenza dai campi di gioco, ha fallito l’esordio da titolare aggiungendoci il regalo del gol all’Udinese.

Nella ripresa, Hysay è andato a destra e Mario Rui a sinistra sostituendo Rrahmani. L’albanese ha continuato nella sua insulsa partita (un paio di salvataggi difensivi), il portoghese ha messo dentro cross fasulli. Ma il calcio è sempre un mistero a volte gaudioso e, proprio da una punizione pennellata da Mario Rui, Bakayoko di testa ha uncinato la vittoria.

C’erano quattro novità a Udine. Meret in porta, gran protagonista; Rrahmani (1,92 un gigante legnoso) per Maksimovic; Hysaj a sinistra; Petagna centravanti.

Manolas si è infortunato dopo un quarto d’ora lasciando il campo a Maksimovic per la più inedita delle coppie centrali difensive del Napoli (Rrahmani/Maksimovic). Nella ripresa, addirittura Maksimovic/Di Lorenzo con Hysaj e Mario Rui sugli esterni.

Non sono state queste le difficoltà del Napoli. È che l’attacco non funziona più (sempre fuori Osimhen e Mertens) e l’impegno di Lozano e Insigne è stato vanificato a Udine dai laterali di difesa che non li hanno sostenuti adeguatamente. In mezzo al campo, poi, Fabian Ruiz ha confermato le difficoltà nella fase passiva e Bakayoko è rimasto solo a reggere la baracca.

L’Udinese si è messa dietro la linea della palla con un doppio regista, Arslan davanti alla difesa, De Paul più avanti ma sempre nella metà campo friulana per sfuggire ad ogni marcatura e lanciare il contropiede. Sui sentieri del talento argentino si sono posti Insigne e Zielinski in partenza, Bakayoko nella metà campo azzurra. In qualche modo ne hanno ridotto l’apporto.

Asserragliata in difesa, l’Udinese ha costretto il Napoli al solito giro-palla, ai passaggi all’indietro, all’incertezza del possessore di palla nel giocarla. Il terreno pesante accresceva le difficoltà della squadra azzurra.

Al Napoli che cercava la via del gol con passaggi ripetuti e spesso orizzontali, soprattutto lenti e prevedibili, l’Udinese ha opposto il classico gioco in contropiede distendendosi verso Meret con pochi uomini, ma con tre passaggi in profondità.

Il Napoli, senza sfogo sulle fasce, non aveva incisività né in ripartenza, né manovrando. A parte le sovrapposizioni innocue del Napoli sugli esterni, l’Udinese raddoppiava e triplicava la marcatura sia su Lozano (maltrattato da Stryger Larsen e Samir) che su Insigne (pressato da Bacao e Molina). I colpi ricevuti da Lozano sono stati tanti (Samir e Zeegelaar hanno rimediato l’ammonizione).

Il Napoli, per demerito suo e merito dell’Udinese, era bello che ingabbiato. Solo una giocata geniale poteva scongelare il match bloccato sulla stessa linea del termometro, zero a zero.

Era un rigore a portare in vantaggio gli azzurri sull’ennesimo fallo su Lozano. Bonifazi stendeva il messicano in area e l’arbitro aveva bisogno del Var per assegnare il penalty che Insigne realizzava impeccabilmente (15’).

Ora il difficile toccava all’Udinese (tre punti nelle ultime cinque partite), ma il Napoli l’incoraggiava a farsi avanti sbilanciandosi e perdendo palla.

Sfuggiva il raddoppio al Napoli in due occasioni. Prima la gran parata di Musso sul colpo di testa di Lozano (23’ cross di Di Lorenzo), poi ancora un prodigioso intervento del portiere argentino sulla fiondata di testa di Petagna da distanza avvicinata (24’sul tiro-assist di Lozano).

Chi sbaglia, paga. E il Napoli paga subito con l’erroraccio di Rrahmani che serve una palla lenta a Merit sulla quale piomba Lasagna dribblando il portiere e portando a galla l’Udinese (27’). Un regalo.

Sul gol dell’Udinese il Napoli si affloscia, gli vengono i soliti complessi, l’ansia, l’incertezza, perdendo quel minimo filo di gioco con cui stava campicchiando. E Meret deve salvare di piedi su Lasagna (30’ in sospetto fuorigioco).

S’imballa anche quel poco Napoli che stava tirando avanti col possesso-palla. In fine di primo tempo, c’è ancora un salvataggio di Meret sulla conclusione di Stryger Larsen (44’). Ma le migliori e più decisive parate del portiere azzurre verranno dopo.

Nella ripresa, come s’è detto, Gattuso ritira Rrahmani dalla scena e risistema la difesa già incerottata in partenza. Di Lorenzo sul centro-sinistra appare in difficoltà, ma se la cava. Hysaj a destra non gioca mai una palla decente, sempre appoggi corti e all’indietro. Ha più verve Mario Rui a sinistra, ma con i suoi limiti: buona corsa e cross inefficaci.

Prima che entri in scena Meret, è Musso a salvare la porta friulana sulla conclusione forte di Zelinski (49’), poi Insigne calcia fuori. Il Napoli produce opportunità occasionali nell’area dell’Udinese (54’ esterno-rete di Maksimovic su una punizione di Insigne).

Ed ecco il super-Meret che salva due volte di piede la rete azzurra (56’ su Stryger Larsen, 58’ su Lasagna). È incredibile come l’Udinese perfori la difesa del Napoli. Il suo gioco d’attacco è veloce, ma gli azzurri sono sempre posizionati male a difendere. A questo punto, il Napoli può anche perdere.

Gattuso muove un po’ la squadra (67’) inserendo Llorente per Petagna ed Elmas per Fabian Ruiz. Gotti rinfresca il centrocampo (71’) con Walace per Arslan e Zeegelaar per Stryger Larsen. Insigne va ripetutamente al tiro (68’, 73’, 79’, 86’) senza far male, una sola parata non difficile di Musso.

Sembra tutto congelato sul pareggio, ma prima del recupero, Bakayoko infila di testa la vittoria sulla punizione di Mario Rui (89’). Gattuso rinforza la difesa con Demme al posto di Zielinski (92’) e il successo va in porto.

Una vittoria ”sporca? Non ce ne sono di pulite in questi tempi. Il Napoli respira, non perde punti sulla Roma e si mantiene ai margini della zona-Champions.

COPPA ITALIA
Senza respiro. Di nuovo in campo mercoledì (17,45) allo stadio Maradona contro l’Empoli, debutto del Napoli in Coppa Italia, ottavi di finale con partita secca. Chi passa incontrerà nei quarti la vincente tra Roma e Spezia. L’Empoli è primo in serie B con 9 vittorie, 7 pareggi, una sconfitta (29-14 i gol). In Coppa Italia ha eliminato il Renate (2-1), squadra brianzola che milita in serie C, ha vinto a Benevento (4-2), si è aggiudicata “a tavolino” la gara col Brescia perché i lombardi non si sono presentati.

CARNEVALE
A Udine due nostri amici dei tempi di Maradona. Carnevale e Pierpaolo Marino. Oggi Andrea Carnevale, responsabile dello scouting del club friulano, ha 60 anni. Proprio Andrea portò Zielinski all’Udinese dopo averlo visto a Tolone in un torneo under 16. Era il 2011. L’Udinese lo prese per 100mila euro. Cinque anni dopo l’avrebbe ceduto al Napoli per 15 milioni. Nato centravanti, Carnevale giocò all’ala destra con Giordano e all’ala sinistra con Careca. Il Napoli lo acquistò per 4 miliardi dall’Udinese. Arrivò nel terzo anno di Maradona (1986-87). Risultò decisivo, realizzando consecutivamente quattro gol che cucirono lo scudetto sulle maglie azzurre. Nel 1988-89, con la cessione di Giordano, ebbe una maglia da titolare e segnò 13 gol. Dopo quattro campionati (105 presenze, 31 gol) fu ceduto alla Roma per 6,8 miliardi. Aveva 29 anni.

LUNGA CARRIERA
Pierpaolo Marino è tornato all’Udinese dal giugno 2019, responsabile dell’area tecnica. Oggi ha 67 anni. È visibilmente dimagrito. Avellinese, cominciò col fare il raccattapalle nel vecchio stadio di Piazza d’Armi, poi giocatore, infine arbitro in 400 gare sino alla soglia della serie D. Giornalista e telecronista, passò a fare l’addetto-stampa dell’Avellino nel 1977. Aveva 23 anni. Tre anni dopo, divenne il più giovane segretario della serie A nell’Avellino. Fu l’unico ad essere invitato da Italo Allodi al Supercorso per manager a Coverciano (1981). Dette a Juliano l’input per l’acquisto di Maradona. Arrivò a Napoli nel 1985, voluto proprio da Allodi. Con l’arrivo di Moggi, Marino si dimise. Consulente del presidente Viola della Roma (1987-88), poi presidente dell’Avellino (1988-1991). Quindi al Pescara per cinque anni (1991-96) portando la squadra abruzzese in serie A. Prima volta all’Udinese (1998-2004), ritorno al Napoli (2004-09), quattro anni all’Atalanta (2011-15), infine l’Udinese (2019).

UDINESE-NAPOLI 1-2 (1-1)


NAPOLI(4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Manolas (16’ Maksimovic), Rrahmani (46’ Mario Rui), Hysaj; Fabian Ruiz (67’ Elmas), Bakayoko; Lozano, Zielinski (92’ Demme), Insigne; Petagna (67’ Llorente).

UDINESE (3-5-1-1): Musso; Becao, Bonifazi, Samir; Molina, De Paul, Arslan (71’ Walace), Mandragora, Stryger Larsen (71’ Zeegelaar); Pereyra; Lasagna (80’ Nestorovski). ARBITRO: Pasqua (Tivoli).

RETI: 15’ Insigne rigore; 27’ Lasagna; 89’ Bakayoko.

11/1/2021
RICERCA ARTICOLI