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Calcio
Nuvole su Sarri:
Dirò ad agosto se sono contento
di Mimmo Carratelli (da: il Mattino del 30.04.2017)
Vibrazioni azzurre alla vigilia di un match (Inter-Napoli) che, in parallelo col derby romano, inciderà oggi sulla corsa al secondo posto (Roma +4 sul Napoli).

Solleticato dai cronisti di Castelvolturno più sul futuro che sul presente, Sarri non si sottrae. Negandosi all’ammonimento linguaccia mia fammi stare zitto, parla schietto e non si nasconde.

Accidenti! Dovrebbe interessare l’Inter da qui a poche ore, interessa invece il futuro dell’allenatore.

Le parole sono pietre, scriveva Carlo Levi. Sono almeno sassolini per Maurizio Sarri.

Dice di avere un contratto che lo lega al Napoli per un altro anno. E però… Però “se il presidente non è contento, me lo dirà e io mi dimetto”.

C’è di più. “Se non sarò contento io, lo dirò il 30 agosto. Sarà importante come verrà portato avanti il progetto che non è legato solo all’allenatore, ma anche ai giocatori”.

Alle strette: se Mertens non resta, questo ciclo sarebbe finito. Agosto, Napoli mio non ti conosco?

Vogliamo farci male da soli. A Napoli è legge. Mai che una qualsiasi cosa possa andare avanti bene, tranquilla, senza scosse.

Il Napoli va bene (terzo o secondo posto che sia), ma non ci basta. Vogliamo sapere com’è che possa andar male.

Sarri avrebbe potuto glissare sul futuro, in pratica sul rapporto tra lui e il presidente. Tra alti e bassi, questo rapporto sembrava essersi acquietato.

Nossignori, friccica. S’appiccia, se stuta, si torna ad appiccià.

Il presidente è lontano e la Cina interista è vicina. Ci sarebbero altri discorsi da fare. Come vincere a San Siro, stasera, per esempio.

Ma il discorso continua a battere dove l’allenatore duole. Ripetiamo, Sarri avrebbe potuto glissare sulle domande del futuro. Se non lo ha fatto, deve avere i suoi motivi.

Il motivo puro e semplice è che l’anno prossimo si deve “andare avanti”. Se il progetto azzurro non va avanti (conferma della “rosa” e rinforzi adeguati), si fa un passo indietro. Crediamo essere stata questa un’altra opinione di Sarri.

Ma è presto per parlarne con un trittico di partite che potrebbe mettere in difficoltà la Roma (Roma-Lazio, Milan-Roma, Roma-Juventus) aprendo agli azzurri spiragli per il secondo posto, che è una chiara comodità rispetto al preliminare di Champions finendo terzi.

Perché cavalcare l’evidente “distanza” fra presidente e tecnico?

Preferiremmo un Sarri più guardingo, mentre c’è una stagione ancora in ballo. Però la natura dell’uomo è questa, poco incline a ubbidir tacendo.

Salve future prove contrarie, De Laurentiis non sembra orientato a cedere “pezzi” di questa “rosa” che ha affidato a Sarri prendendosene i meriti.

Perché il tecnico non si sente tranquillo? Perché non sentirsi tutti contenti proseguendo nel progetto “prospettico”?

Questione di caratteri opposti e difficili? Sarri è scontento perché non si sente “calorosamente” apprezzato?

Gli mancano ambo le chiavi del cor di Aurelio? E Aurelio, prima del portafogli, perché non prova ad aprire il cuore? Mistero napoletano. È vero che un bel silenzio non fu mai scritto, ma siamo al rush del campionato, c’è tutta una serie di treni da prendere in corsa. Meglio tacere e giocare.

A Reggio Emilia, il Napoli è rimasto sul predellino. A Pescara, la Roma è salita sulla freccia adriatica. Il duello non è finito.

Tutte le energie, non solo le parole, devono essere impiegate per quest’ultimo strappo (Inter-Napoli, Napoli-Cagliari, Torino-Napoli) per soffiare alla Roma il secondo posto.

È il trittico di gare che decide prima delle ultime due giornate.

Contro la fisicità dell’Inter, la sua voglia di riscatto (due punti nelle ultime cinque partite), il patto d’orgoglio dei giocatori nerazzurri, il Napoli deve battersi per vincere.

Nelle ultime quattro partite casalinghe, l’Inter ha racimolato 4 punti perdendo due volte.

C’è il solito bla-bla-bla sullo “spezzatino”. Chi gioca prima (Roma-Lazio alle 12,30), chi gioca dopo (Inter-Napoli alle 20,45). Non ci sono calcoli da fare.

In campo per vincere, sia “prima” che “dopo”. Senza alibi d’orologio.

In ogni caso, la pressione è uguale in un duello a distanza. E il Napoli, se ha la personalità giusta, non può farsi condizionare dal sapere già il risultato della Roma.

Mancano cinque giornate e Sarri pretende 15 punti. Questo sì che è un bel parlare.

Il Napoli ha gioco, velocità e il migliore attacco del campionato per mettere in difficoltà la squadra di Pioli (13 gol incassati nelle ultime cinque gare).

Abolendo distrazioni ed errori individuali, il Napoli può farcela. Ha un gioco di squadra rispetto alle grosse individualità interiste.

Ha bisogno di tranquillità senza parole amare evitando i malumori e le incognite dell’ultima Inter allo sbando.

Se c’è un patto per vincere tutte le partite che restano, ci sia anche un patto di non parlare più del futuro.

C’è il presente che preme. E potrebbe essere un bel presente al di là delle cronache di poveri amanti dietro le quinte azzurre.
30/4/2017
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