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Calcio
Maradonapoli, l’argentino
che davvero difese la città
di Mimmo Carratelli (da: il Mattino del 29.7.2016)
Nei sette anni con Dieguito, due scudetti (1987 e 1990), la Coppa Uefa (1989), la Coppa Italia (1987), la Supercoppa italiana (1991).

Non fu tutto. Fu che avemmo il numero uno al mondo per il nostro orgoglio e la nostra gioia, nessuno come lui, ambasciatore di un calcio di allegria e prodigi, artista e peccatore, proprio come noi del Sud, e aveva i riccioli neri, ed era piccolo e impudente, vincente e perduto, leale e spudorato, ribelle e romantico.

Si attaccò al Napoli dalla partita a Verona quando udì i cori razzisti dei veneti contro gli azzurri e contro Napoli.

È una favola ancora viva che passa e ripassa, nelle case, mentre vanno avanti le videocassette di quegli anni del mago della “rabona”.

Fosse stata solo quella la delizia, la fantasia, il gioco di prestigio del pibe. Fu Maradonapoli. Il ragazzo di 24 anni divenne il figlio, il fratello, il fidanzato di una città.

Il prodigio del gol alla Lazio con un pallonetto da trenta metri vedendo Orsi fuori porta e l’altro pallonetto da trenta metri che lasciò di sale Giuliani tra i pali del Verona.

Il memorabile calcio di punizione in area, sul tocco di Pecci, che gelò Tacconi, un gol impossibile più che fantastico.

La serpentina a Brescia da campione del mondo quando giocò in dieci metri mezza difesa bresciana, come aveva fatto contro il Belgio al Mondiale, concludendo lo slalom con un morbido diagonale mancino.

L’incredibile gol di testa alla Sampdoria, un tuffo a pelo d’erba sul cross di Renica.

Col Napoli provò la mano de Dios che divenne famosa in Messico. La inaugurò a Udine il 12 maggio 1985 agguantando il pareggio (2-2) a un minuto dalla fine.

Gol di mano. Zico gli urlò: “Se sei onesto, vai dall’arbitro e fatti annullare il gol”. Diego replicò: “Mi presento. Sono Diego Armando Maradona. Di professione disonesto”.

Il “capolavoro” lo compì nella partita d’andata contro lo Stoccarda (2-1) quando, in area, controllò la palla di petto e di mano e la scaraventò sul braccio di Schaefer per procurarsi il rigore che realizzò con un sorrisetto ammiccante.

Fu il grande prigioniero di Ferlaino. Il contratto di Diego scadeva nel 1989. Fu avvicinato dal presidente del Marsiglia Bernard Tapie che offrì 25 milioni di dollari al Napoli perché lasciasse libero l’argentino e a Diego promise una villa con piscina.

Due anni prima, nel novembre 1987, Berlusconi gli aveva offerto il doppio del contratto col Napoli, un appartamento nel centro della città, a San Babila, cinque anni di contratto e un’auto Lamborghini per trasferirsi al Milan.

Ferlaino contrattaccò con un nuovo contratto a Maradona: 5 milioni di dollari, altri due milioni di proventi pubblicitari per trattenerlo sino al 1993 e, in regalo, una Ferrari F40 nera, una rarità sul mercato.

Giocava spesso in pietose condizioni, non solo per la coca e gli alcolici, ma per il perdurante mal di schiena che l’aveva sempre afflitto.

Fu fischiato in Napoli-Pisa del 18 giugno 1989, quando uscì al 17’ per uno strappo alla coscia destra, e in Napoli-Ascoli del 7 gennaio 1990.

Un purosangue indomabile che andava a perdersi nelle notti bianche alla “Stangata” e alla “Cachassa” e nell’albergo panoramico di Posillipo.

Glorie e tormenti. La droga. Ventuno controlli a vuoto, ma dopo la partita col Bari (17 marzo 1991) nessuno più lo protesse. Cocaina. Squalificato per 15 mesi, se ne andò di lunedì sera. Era l’1 aprile del ’91, Pasquetta.

Lottò contro il vizio che lo portò due volte a un passo dalla morte. Squalificato, incarcerato, colpevolizzato, fu solo contro tutti. Pagò sempre. Alla fine, vinse.

Divenne un uomo obeso, ma sempre impudente e ribelle. Ormai somigliava a papà Chitoro col quale, da ragazzo, andava a pesca di dorados sul fume Paranà e alla Bombonera a vedere giocare il Boca.

Lasciò Napoli e si portò via la gioia del gioco, le domeniche sonore del San Paolo, la felicità e la nostalgia di migliaia di fedelissimi.

Tutti dissero: “Nessuno sarà mai come il pibe”. Fu eletto dal popolo “meglio ‘e Pelè”.


Puoi trovare le puntate precedenti cliccando qui:
1 – SALLUSTRO
2 – SENTIMENTI II
3 – VINICIO
4 – PESAOLA
5 – JULIANO
6 – BRUSCOLOTTI
29/7/2016
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