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Sanità
Il freddo sulla pelle
di Giuseppe Monfrecola *
È arrivato il freddo e con esso una serie di piccoli e grandi problemi per la salute umana.

La cute, l’organo più voluminoso del corpo umano, è in prima fila nella risposta al freddo così come, in genere, è deputata a contrastare una serie di stimoli esterni di varia natura: microbiologici, immunologici, chimici e fisici (fra questi ultimi: caldo, umidità, vento, sole e infine freddo).

Bisogna subito dire che la cute umana è attrezzata per fronteggiare efficacemente diverse situazioni ambientali, tuttavia qualche problema può insorgere quando si viene a creare uno squilibrio fra le caratteristiche strutturali e funzionali della pelle (geneticamente determinate) e l’intensità degli stimoli esterni.

In altre parole, potremmo trovarci di fronte a due situazioni in cui l’equilibrio viene alterato:
1) cute sana ma stimoli molto intensi,
2) stimoli di normale intensità ma cute alterata (per motivi genetici o per malattia).

Cosa accade alla cute integra se esposta al freddo intenso
Partiamo da un’osservazione di tipo anatomico: lo strato più esterno dell’epidermide (strato corneo) è composto da cellule non più vitali, ridotte a sole membrane, tenute coese fra loro da lipidi (ceramidi, ac. grassi, colesterolo) che funzionano come una malta che lega dei mattoni.
Lo strato corneo viene aiutato nella sua funzione di barriera da altri lipidi (sebo) che ne proteggono l’idratazione limitando la perdita d’acqua per traspirazione e contrastando l’aggressione ambientale.
Quando fa freddo, la cute diventa molto più secca (xerosi cutanea) addirittura con micro desquamazione , lo strato corneo subisce modificazioni, aumenta la fragilità dell’epidermide fino alla produzione di piccoli spacchi ragadiformi con prurito o lieve dolenzia soprattutto in corrispondenza delle pliche cutanee delle mani o del volto.
Questa secchezza viene aggravata dalla detersione per motivi igienici.

Ecco quali sono invece le situazioni in cui anche il freddo non particolarmente intenso può determinare problemi cutanei Alcune malattie cutanee sono caratterizzate da alterazioni della funzione barriera dello strato corneo e ciò comporta una minore resistenza al freddo (come anche ad altri stress ambientali). È a molti nota una particolare patologia conosciuta come dermatite atopica (eczema atopico, eczema costituzionale).
Si tratta di una malattia, che colpisce prevalentemente bambini, in cui c’è un deficit di ceramidi (quei lipidi di cui si è già detto) unito ad una particolare iperreattività cutanea che porta a vivace infiammazione con inteso prurito. Il freddo, accentuando la secchezza tipica di individui affetti da dermatite atopica, ne aggrava notevolmente i segni e i sintomi.
Lo stesso accade per persone che soffrono di psoriasi in cui tutta l’epidermide è alterata e desquamante; aggiungiamo poi che alcuni trattamenti per la cura della psoriasi contribuiscono fortemente ad accentuare la secchezza cutanea: es. fototerapia, impiego di acitretina, etc.

Ci sono poi persone sottoposte a cure dermatologiche che possono provocare xerosi cutanea; un esempio è rappresentato da ragazzi affetti da acne il cui trattamento presuppone l’impiego di prodotti topici o sistemici in grado di provocare secchezza cutanea.

Non bisogna poi dimenticare che le persone anziane, nella quasi totalità dei casi, per motivi di invecchiamento (e quindi di ordine metabolico ed endocrino sia cutaneo che generale) evidenziano una notevole secchezza della pelle di tutto il corpo ed in particolare degli arti. La loro pelle è spesso desquamante, sottile e pruriginosa.

Il freddo, unito all’uso di indumenti ruvidi e spessi a diretto contatto della cute, può determinare screpolature, accentuata desquamazione e prurito cui fanno seguito lesioni da grattamento con ulteriore aggravamento del quadro.

Per finire bisogna tener presente che spesso gli anziani fanno uso di farmaci per altre problematiche (ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, malattie cardiache, disturbi ormonali, neoplasie) che possono modificare il flusso ematico cutaneo, il metabolismo dei lipidi della pelle o il trofismo della cute (è il caso di molti antineoplastici) e quindi contribuire alla xerosi della pelle.

Esistono malattie cutanee determinate specificamente dalle basse temperature ?
L’eritema pernio (i cosiddetti “geloni”) rappresentano una dermatosi su base vascolare indotta dal freddo e caratterizzata da noduli o placche arrossate, addirittura cianotiche (violacee), di pochi millimetri fino a qualche centimetro, accompagnate da prurito ma anche da bruciore o dolore.
Le lesioni compaiono, dopo esposizione al freddo, su mani, piedi, e più raramente orecchie, naso, zigomi; ne sono affette prevalentemente ma non esclusivamente giovani donne.
La causa risiede in una predisposizione genetica ma, in rari casi, è opportuno indagare su possibili associazioni di malattie come autoimmunitarie o ematologiche.

Per giovani adulti rischio di “Orticaria da freddo”
L’orticaria può avere diverse cause, fra cui anche gli stimoli fisici (orticarie fisiche). ”Esiste una forma di orticaria da freddo che può essere idiopatica (cioè insorgere in un individuo senza un apparente motivo) o familiare (cioè avere un’origine genetica), colpisce spesso giovani adulti in aree del corpo esposte al freddo. Può scatenarla il contatto con ghiaccio, acqua fredda, bevande fredde, condizionatori d’aria, brusche variazioni della temperatura da caldo a freddo. Sulla pelle compaiono i cosiddetti pomfi (rigonfiamenti arrossati di diversa forma e molto pruriginosi) che scompaiono anche spontaneamente dopo molte ore. Un bagno freddo, esponendo l’intera superficie corporea alla reazione, può provocare anche uno stato di shock.

Nella Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli opera da anni un ambulatorio di Dermatologia allergologica-professionale ed ambientale (diretto dal prof. Fabio Ayala e coordinato dal prof. Nicola Balato) dove possono essere effettuate indagini strumentali e di laboratorio per la diagnosi di orticaria fisica o di altra natura.

Il fenomeno di Raynaud è uno spasmo vascolare episodico e transitorio delle piccole arterie delle estremità che si manifesta con sbiancamento seguito da arrossamento violaceo dopo esposizione al freddo.
Si può trattare a volte del segno vascolare di malattie sistemiche per cui è sempre opportuno informarne il medico curante perché indichi visite specialistiche ed indagini laboratoristiche e strumentali che indirizzeranno alla diagnosi ed alla corretta terapia.


Un Decalogo per proteggere la cute

  1. Proteggere la cute con indumenti che limitino le brusche escursioni termiche.
  2. Utilizzare detergenti delicati che non determinino secchezza cutanea.
  3. Applicare, soprattutto sulle mani, creme emollienti-idratanti in particolare subito dopo lavaggi frequenti.
  4. In caso di vacanze sulla neve, applicare frequentemente creme idratanti sulle mani e creme solari con azione idratante sulle parti scoperte del viso.
  5. Le persone anziane dovrebbero utilizzare latti o creme idratanti su tutto il corpo, in particolare sulle gambe e sulle braccia. Sarebbe opportuno impiegare detergenti delicati e applicare l’idratante subito dopo la doccia.
  6. Bambini con dermatite atopica e persone affette da psoriasi dovrebbero sempre applicare con molta cura e in maniera costante prodotti con azione emolliente ed idratante. Ciò diventa imprescindibile durante i periodi freddi proprio per evitare lìaggravamento della malattia dermatologica.
  7. Ricordare che molti farmaci assunti per malattie metaboliche, cardiologiche, endocrine, ematologiche, neoplastiche possono accentuare la secchezza cutanea indotta dal freddo.
  8. Alcuni trattamenti dermatologici possono determinare secchezza cutanea che viene ad essere aggravata notevolmente dal freddo. Es: ragazzi in cura per acne, pazienti che fanno fototerapia o assumono retinoidi per via orale. In questi casi il rimedio deve essere specifico e consigliato dal dermatologo.
  9. In caso di ripetuti episodi di cambio di colore (sbiancamento improvviso o cianosi) della cute delle zone esposte al freddo, accompagnate da gonfiore, prurito o dolore rivolgersi al proprio medico per valutarne l’entità e ricevere indicazioni utili alla diagnosi e al trattamento.
  10. In generale, evitare il “fai da te” o l’applicazione o assunzione di prodotti (farmaci o dermocosmetici) non indicati da un medico o non acquistati in farmacia.

    * Professore ordinario di Dermatologia 
    della Clinica dell’Università di Napoli Federico II 
    diretta dal professore Fabio Ayala
27/10/2014
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